Carsismo

Pulicchio di Toritto
Pulicchio di Toritto

Studiato per la prima volta nel Carso Triestino, questo fenomeno erosivo che nel tempo crea solchi, inghiottitoi, doline (cavità di cui solitamente è crollata la volta), grotte, è generato dall'attività chimica dell'acqua piovana sulle rocce carbonatiche, poiché entrando in contatto con l'anidride carbonica presente nell’atmosfera, e così formando l'acido carbonico, va a svolgere quindi la fase di dissoluzione del carbonato di calcio che compone il calcare e nel conseguente trasporto di questo sale (composto chimico elettricamente neutro costituito dall'insieme di più ioni) durante lo scorrimento nel sottosuolo attraverso le fratture della stessa roccia sedimentaria, e sfociando in ambienti sotterranei, a causa della fase di precipitazione ed evaporazione dovuta alla differenza di temperatura e pressione, lo rideposita, così formando strati di CaCO3, producendo ad esempio stalattiti o stalagmiti, queste a seconda che l'acqua evapori prima di gocciolare sul suolo oppure dopo.

Lame di Puglia

Lama Il Vallone: Rocca del Garagnone
Lama Il Vallone: Rocca del Garagnone

Le lame carsiche sono solchi erosivi poco profondi, tipici del paesaggio pugliese, che convogliano le acque meteoriche dall'altopiano carsico delle Murge verso il punto di chiusura del bacino idrografico cui appartengono.

Ben nove lame scorrono dall'Alta Murgia sfociando nel Mar Adriatico, tra le quali:

Mentre nel brindisino il Canale Reale che sfocia attraversando la Riserva di Torre Guaceto, e nel Mar Ionio ve ne sono due importanti:  Lama Lenne, che sfocia in mare, e la Lama di Chiàtone che sfocia nel fiume Lato e muore sotto la torre del Lato nel mar Ionio. 🌊

La differenza tra lama e corso d'acqua è che nelle lame, a causa dell'elevata porosità del terreno, la circolazione superficiale è di piccola entità, mentre risulta prevalente nel sottosuolo. Inoltre, come già scritto inizialmente, le lame trasportano acqua solo in corrispondenza di eventi di pioggia, raccogliendo le acque del bacino idrografico cui appartengono, mentre sono sostanzialmente asciutte in periodi normali.

Esse contengono normalmente terra fertile, depositatasi grazie a fenomeni erosivi, e sono solitamente coltivate. 

Le gravine di Puglia

Gravina di Laterza: lunga 12 km, larga più di 400 m
Gravina di Laterza: lunga 12 km, larga più di 400 m

Le gravine sono incisioni erosive della superficie terrestre profonde anche più di 100 metri, scavate dalle acque meteoriche 💧 nella roccia calcarea e dai torrenti che scorrendo tra le fratture della roccia formatesi per effetto dei movimenti tettonici, per millenni hanno eroso la roccia. 🧪

Più nel dettaglio, l’emersione delle rocce calcaree, 65,5 milioni di anni fa, ha permesso lo sviluppo dei fenomeni carsici.

Nel Pliocene si è depositata, sul Calcare di Altamura, la Calcarenite di Gravina, nota anche come “tufo calcareo” per la sua leggerezza e porosità che la rende facilmente lavorabile. ⛏

Poiché è un tipo di roccia sedimentaria clastica, formata da particelle calcaree delle dimensioni della sabbia e da fossili marini, 🐚 spesso frammenti di gusci di molluschi, alghe o foraminiferi.

L’erosione della roccia calcarenitica presente nella parte superficiale ha permesso la formazione di spettacolari e profonde gravine, le loro pareti sono molto inclinate ed in alcuni casi verticali, ricordando l'aspetto dei  Canyon.

In ogni gravina, grazie alla forte presenta di grotte e di cavità, di corsi d'acqua sia superficiali che sotterranei, vi sono resti e testimonianze di insediamenti rupestri, dalla preistoria passando per il medioevo, fino ai giorni nostri, con molti paesi attualmente insediati,storicamente anche per sfruttare queste "montagne al contrario" come efficientissima difesa naturale. 🛡

L'origine del termine gravine è collegato alla città di Gravina in Puglia, attraversata appunto da una gravina ed il suo torrente, affluente del fiume Bradano.

geco di Kotschy
geco di Kotschy

Il Parco naturale Terra delle Gravine per preservare questo particolare ambiente storico e selvaggio, che dal punto di vista faunistico è habitat di parecchi rapaci diurni e notturni, il capovaccaio (oggi molto raro!) ed altri volatili. 🦅

Tra l'altro negli stagni sono presenti anfibi comuni e non, come l'ululone dal ventre giallo. I mammiferi più comuni sono la volpe, l'istrice, il tasso, il cinghiale e piccoli roditori come il moscardino. Tra i rettili ci sono quasi tutti i serpenti presenti in Italia, tartarughe e sauri, tra i quali il "pugliese" geco di Kotschy, nella tradizione popolare chiamato lucertola m'bracidita o fracitana. 🦎

Dal punto di vista della vegetazione le gravine sono abitate dalla classica macchia mediterranea, nella quale si possono trovare meravigliose orchidee spontanee, il caprifoglio, i ciclamini, il biancospino, il fico d'india e rosa canina.